Di giappoletani, di naponici e di altre sciocchezze
Roberto De Pascale lo conoscete già. Ve ne ho parlato in un post di qualche settimana fa commentando le foto e il post che aveva inviato da Ikebukuro. Oggi sulla pagina di Enakapata su Facebook ha postato questo messaggio:
Fino ad ora in Giappone ho conosciuto tre “giappoletani” d.o.c.: uno è Girolamo Panzetta, presentatore TV ed uomo immagine della cultura tradizionale napoletana; il secondo è Salvatore Cuomo, visto esternamente puo’ sembrare un giapponese ma ha un cuore (anche se un pò “acciaccato”) totalmente napoletano, vero rappresentante della Cucina Napoletana in terra di Yamato; il terzo è Pietro Cristo, poliedrica figura, capace di fare l’arbitro di calcio come l’attore in film con Takeshi Kitano, che ogni settimana si collega tramite “feed radio” ad orari indecenti pur di seguire, in diretta, le partite del Napoli. Come la forza in Luke Skywalker, la Serendipity scorre forte in queste persone”.
Di “naponici” (il neologismo definisce in questo caso i napoletani che coniugano la creatività partenopea e l’approccio al lavoro nipponico) avevo raccontato più o meno nello stesso periodo su Della leggerezza.
La domanda potrebbe essere: dato che il giappoletano ha già scelto il Giappone per realizzare le proprie aspirazioni, si può fare ancora qualcosa affinché almeno i naponici vivano le loro vite “per genio e per caso” trovino le loro strade serendipitose da queste parti?