Piccole Storie Crescono | s1-3
INCIPIT
Visita al Ueno koen, uno dei parchi più antichi di Tokyo, inaugurato nel 1873, pochi anni dopo che la restaurazione dell’Imperatore Meiji mettesse fine al dominio politico e militare dello shogunato Tokugawa, dinastia di signori feudali che dal 1603 al 1868 governarono il Giappone.
STORIA 3
2. Deborah Capasso de Angelis
Entriamo nel tempio di Benten-do sull’isoletta al centro del lago. Luca respira profondamente, quasi volesse farsi penetrare dal delicato odore dei fiori. Io lo guardo e lo riscopro, un uomo che tocca con mano quello che finora aveva sognato. Sorride e chiude gli occhi, è felice.
3. La Musa
A proposito di mani, ce le siamo lavate alla Station Dragon, prima di entrare nel parco di Ueno, è usanza e noi ci atteniamo. Quello che ci colpisce entrando, è una moltitudine di gente in “hanami” – contemplazione degli alberi in fiore – ma anche una distesa ordinata di tende da campeggio; capiamo che il parco ospita al suo interno una schiera di senzatetto.
4. Vincenzo Moretti
Mamma mia, che ho detto: senzatetto, disoccupati organizzati e non, falsi invalidi e pensioni d’oro. Ma none ravamo venuti via da Napoli? Ma non stavamo a Tokyo. Mi sta venendo mal di pancia. Saranno ancora i postumi della mia vita precedente?
5. Lucia Rosas
Luca mi tira per un braccio, non può parlare a voce alta e cerca di spiegarmi il concetto di dignità: quando un uomo è in difficoltà cerca di fare da solo, poi si rivolge ai parenti stretti, andare dai loro servizi sociali è ammettere di aver fallito, un tempo il suicidio onorevole ora quello. tempi moderni.
6. La Musa
Mah, sarà pure così, ma a me ricorda sempre più il nostro paese. Certo la tendopoli è ordinata e pulita e poi immersa in questo splendido parco. E se al nostro rientro proponessimo una cosa simile per la reggia di Caserta? Luca mi guarda in tralice, “è pura utopia!” mi soffia in un orecchio. Vero, siamo troppo poco nipponici per attuare un progetto simile.
7. Stefania Bertelli
Tuttavia, io continuo a rimuginare, questo tempio non è forse dedicato a Benten, dea della musica e della bellezza muliebre? E chi, più di noi napoletani sa apprezzare le virtù femminili? Non solo, ma è pure dea della buona sorte, e su questo tema noi siamo dei maestri. Non ci vedo tutte queste differenze…e ci sono pure le bancarelle.
8. Lucia Rosas
Sorrido e mi vedo con un calderone che offro a tutti gli spaghetti al pomodoro. Un piatto caldo e allegro che smuova queste figure pietrose e poi? Ma luca mi spinge via, ci sono troppe cose da vedere in questo parco.
9. Vincenzo Moretti
Mentre camminiamo gli chiedo ancora dell’anno dell’inaugurazione. Il 1873, mi risponde. Questo numero mi dice qualcosa. Ma sì, la Remington, la multinazionale americana che scappò da Napoli negli anni 70. Nel 1873 la Remington and Sons avvia la prima linea industriale di macchine da scrivere. Me lo ricordo perché con i delegati ci giocammo 18 e 73 sulla ruota di Napoli e vincemmo 83 mila lire.
10. Lucia Rosas
Fu l’anno della grande depressione che cominciò col fallimento di una banca americana … tecnologia e bassi salari … nuovo capitalismo e trust. Ecco mi sono lasciato prendere dai giochi di parole un’altra volta, solo che sta ruota panoramica si chiama storia ed ha un sapore amaro.
11. La Musa
“Depressione”, solo pensarla quella parola mi da un senso di nausea. No! siamo qui per tutt’altro, bandite dal mio vocabolario depressione e fallimento; tengo l’amaro perchè il sapore forte e amarognolo del ginseng Chikutsunin Jin, tipico del Giappone, funziona da sublime adattogeno: risveglia le attività organiche depresse e al contempo ridimensiona le funzioni interne troppo eccitate. una buona tazza fumante darà a me e Luca la giusta lucidità per questa nuova giornata.
12. Maria Paraggio
Usciamo dal tempio e mi fermo ad osservare il laghetto. Sulla sua superficie galleggiano barche che sembrano prese da una giostra per bambini: hanno forma di cigni. Gli alberi di loto, quel laghetto, quelle strane barche mi distraggono dalla storia e mi infondono una tranquillità che non avevo mai provato.
13. Lucia Rosas
per un attimo rivedo luca bambino, siamo a natale, al luna park e lui con gli occhi sgranati come allora, il sorriso incantato quando insieme saliamo sulla giostra coi cigni e giriamo fin quando tutto diventa una macchia di colore. questa vacanza assomiglia sempre più ad un viaggio nel tempo.
14. la Musa
L’odore acre degli incensi bruciati mi riporta alla realtà. Ora siamo ancora nel parco e ci siamo arrivati in taxi, ma la nostra permanenza a Tokyo si protrarrà per diversi giorni e io sono assolutamente privo di senso di orientamento, come faremo visto che qui le strade nn hanno i nomi come in occidente, nè un inizio nè una fine, solo il nome del municipio e dei numeri, bah! Conto sul grande spirito di osservazione e orientamento di mio figlio, senza di lui potrei perdermi irrimediabilmente.
15. Maria Paraggio
Luca decide di tornare in albergo in metrò. Sono scettico, vorrei riprendere il taxì, per essere certo di non sbagliare ma Luca mi rassicura. Così saliamo sul treno della metropolitana che conta ben 29 stazioni. Sono sempre più in ansia. Scenderemo, davvero alla fermata giusta?
16. Adriano Parracciani
Ovviamente no! Luca aveva contato 29 stazioni inclusa quella da cui siamo partiti. Saremmo dovuti scendere alla 28-esima ed invece eccoci ad un paio di chilometri dall’albergo. E’ qui che la serendipity entra prepotentemente in azione.
17. Maria Paraggio
Ci guardammo intorno, in cerca di punti di riferimento, quando vidi venire, a passi veloci, una donna occidentale, le cui sembianze mi sembravano note. Ci passò vicino lasciando una scia di “chanel N-°5″. La riconobbi nell’attimo stesso in cui lei si girò chiamandomi ” Vincenzo, che ci fai a Tokyo?” Mai e poi mai avrei immaginato di rivedere Marilù, la donna che mi aveva fatto girare la testa durante il mio soggiorno a Parigi. Che magnifica giornata si era rivelata quella! Se fossimo scesi alla fermata giusta, avrei perso per sempre l’occasione di rivederla!