Fly Fly Away
La Musa
Pagina 181, last page: 196. fra poco meno di 15 pagine, il mio viaggio in Giappone sarà finito. Andrò via con la sacralità dei ciliegi in fiore, con una Tokyo brulicante e ordinata, con la tecnologia più avanzata intersecata e fusa a millenni di leggende e storia antica. Questa è la cartolina di Vincenzo e Luca, di un arcipelago di tante culture racchiuse in un unico mondo. Loro, padre e figlio che hanno la capacità nn comune di scambiarsi i ruoli pur rimanendo ciascuno, l’uno figlio, l’altro padre. La tenerezza e la sincronicità che li lega e che li porta ad illustrare al lettore gli aspetti più vividi e salienti di un popolo così lontano da noi. L’ospialità ad esempio, che nn è un fatto assolutamente accidentale, ma un rituale semplice e spontaneo, che si celebra quotidianamente verso tutti, a beneficio dell’animo umano. Un rapporto che fa sentire meno lontani gli autori dalla loro casa, la nostra Nazione, dove quel senso intimo e sociale di “shinsetsu” sta venendo a mancare sempre più. Il rispetto delle regole: di quando un semaforo rosso è ROSSO e basta, e nn si strombazza per passare ad ogni costo o si sgomma sulle strisce pedonali. Il rispetto per l’ambiente nella cura della raccolta differenziata della spazzatura; il cartoccio vuoto della pasticceria, appallottolato e messo in tasca perchè niente viene gettato in strada. Cose che i giapponesi fanno ciascuno per sè, per la propria qualità di vita a vantaggio dell’intera comunità. Che dire ancora di questo diario di bordo? leggendolo ci si ammanta di emozioni e di silenzi rotti dal vento di marzo; una sorta di serendipity per l’appunto, vissuta in prima persona dagli scrittori e trasmessa al lettore sul sottile spessore di una pagina bianco-opalina. Vincenzo e Luca, grazie. Fly fly away…