Caro Ministro ti scrivo
Lettera aperta di una maestra del Sud. Che lavora al Nord. E spera di tornare presto a casa.
E se questa settimana cominciassimo con una lettera aperta indirizzata a Giuseppe Fioroni, Ministro della (Pubblica) Istruzione?
La lettera in questione è quella che ci ha inviato R. I., insegnante del Sud che lavora al Nord, precisamente nella provincia di Alessandria, e segnala una questione, quella del disagio fisico e psicologico a cui sono sottoposte le maestre “supplenti”, costrette a lavorare lontano dalla famiglia per anni prima che maturino le condizioni per il ritorno a casa.
“Carissimo Ministro Fioroni – scrive la nostra lettrice – come mai, se i posti ci sono, non vengono assegnati a tempo indeterminato? E dato che esistono bambini anche al Sud, e costoro frequentano la scuola, è così insensato che abbiano insegnanti che ritroveranno l’anno prossimo? La realtà più straziante di questa situazione di precarietà continua è che molte maestre supplenti che dal Sud vanno al Nord, lasciano i propri figli, alcune ne portano dietro uno e l’altro resta al papà o alla nonna: riesce Signor Ministro a capire quanto ciò possa riuscire doloroso? E queste maestre quanto di positivo e sereno riescono a trasmettere a dei bambini a scuola? E alla famiglia smembrata quanto gioverà tutto ciò? E che dire del fatto che ci sono delle maestre che spendono gran parte del loro stipendio, del loro tempo libero, in viaggi del fine settimana per raggiungere la famiglia all’altro capo del Paese, per poi tornare a scuola il lunedì con gli occhi ancora pieni dei visi dei propri cari?”.
L’auspicio è naturalmente che il Ministro Fioroni, che ha manifestato più volte la volontà di guardare con particolare attenzione ai problemi della scuola nel Meridione, riesca a individuare qualche risposta positiva a questo annoso problema (che ha com’è noto anche ragioni oggettive, dato che il mercato del lavoro del Nord offre, per fortune, maggiori opportunità anche alle laureate che non sono tutte “costrette” a fare domanda di insegnamento).
Il tema ci pare in ogni caso di quelli che è possibile approfondire da molti punti di vista. Quello della precarietà e del disagio del lavoro sicuramente. Ma anche quello delle politiche per la famiglia. O del lavoro femminile.
Ci aspettiamo perciò che siate davvero in tante/i a interagire. A inviarci le vostre storie. I vostri racconti. Le vostre opinioni.