Tempo libro
Intervista a Luigi Morra, Manager Feltrinelli
“Scrivere un libro è facile, occorrono soltanto una penna, l’inchiostro e la carta, la quale con pazienza subisce qualunque sorpruso. Stampare libri è già più difficile perchè spesso il genio s’esprime con illegibile calligrafia. Leggere libri è ancora più difficile, a causa della minaccia del sonno. Ma vendere un libro è il compito più arduo al quale un essere umano possa dedicarsi”.
La nostra chiacchierata con Luigi Morra, responsabile dell’Area Sud della Feltrinelli Libri e Musica, sul difficile rapporto, almeno a vedere i dati del mercato italiano, tra lettore e libreria, comincia con la citazione di questa frase dello storico e scrittore tedesco Felix Dahn (1834 -1912).
Non è che stai cercando di mettere le mani avanti?
Ma no, anche se non nascondo che a chi fa il mio mestiere è una frase che piace molto.
La questione è invece seria perché è di carattere culturale prima ancora che di mercato.
Il fatto che in Italia si legga poco – siamo terz’ultimi in Europa, seguiti solo da portoghesi e greci – non sempre rappresenta un motivo di preoccupazione per le istituzioni, per la scuola, per le famiglie.
Ecco, direi che è persino una questione di abitudini familiari. A me ad esempio continua a sorprendere come si abbassi sempre più la soglia di età nella quale viene ritenuto indispensabile possedere un telefono (o videotelefono) cellulare e come non ci sia un’analoga attenzione per i libri.
Sbaglio o sei stato proprio tu a raccontarmi che una parte significativa dei tuoi studenti all’università non legge libri al di fuori di quelli necessari per sostenere gli esami?
Beh, si.
A mio avviso sta qui la questione decisiva. In Italia il mercato potrà crescere in maniera davvero significativa solo quando tutti gli attori sociali – istituzioni, scuola, famiglia – lavoreranno per lo stesso obiettivo.
Al Sud d’Italia la situazione è ancora più pesante dato che oltre a mancare la propensione al consumo manca anche l’offerta.
Detto che parliamo di un mercato che mantiene le posizioni e che cresce solo a livello inflattivo, e che quasi sempre il fatturato generato da aperture di nuove librerie viene rosicchiato da strutture già esistenti, si può aggiungere che proprio al Sud vi sono maggiori possibilità di sviluppo reale.
Mi pare che la Feltrinelli stia puntando molto sul Sud.
Sì, nel contesto di una strategia mirata allo sviluppo di diversi formati di negozio (dai megastore per le grandi città ai village per i centri commerciali, dai piccoli negozi misti delle città di provincia al prossimo insediamento nelle grandi stazioni) abbiamo portato avanti progetti importanti in questa parte del Paese. Dopo il megastore di Napoli hanno visto la luce il megastore di Bari, la nuova libreria a Salerno, diversi punti vendita nei centri commerciali dalla Puglia alla Sicilia.
E non finisce qui. A settembre saremo anche a Pontecagnano (SA) e ulteriori progetti sono in gestazione.
Detto delle difficoltà di carattere strutturale, c’è qualcosa di più e di meglio che potete fare per avvicinare le persone al libro e alla musica?
Naturalmente. Le presentazioni di libri, gli incontri con i bambini, le rassegne tematiche sono alcune delle iniziative che portiamo avanti su questo terreno.