Risi, Aliberti, Del Vecchio, Pennone, Panachia, Ugolini
Vincenzo Risi: Caro professor Moretti, sappia che stamattina le voglio molto male. Stanotte ho iniziato a leggere il suo libro e sono riuscito a chiuderlo solo dopo le 3… Scherzi a parte, in un sol colpo sono a più della metà e le posso dire che è un racconto meraviglioso. Non lo dico per farle piacere, ma perchè lo penso davvero. E’ divertentissimo, ho riso da solo che un altro po’ i coinquilini mi prendevano per pazzo, e nei punti dove parla della sua Secondigliano e in particolare di suo padre mi sono commosso tantissimo. Sono arrivato all’intervista con Marchesoni, e l’analisi che ne esce sul sistema ricerca in Italia fa molto riflettere. Va bè, a questo punto conto di finire il libro in breve tempo! Le farò avere un parere nel complesso.
Sabato Aliberti: Grazie per questa Kapata. Non commento il libro. Non sarei obiettivo dato l’affetto e l’ammirazione che nutro per Vincenzo e indirettamente per Luca, conosciuto di persona ma ancor più a fondo attraverso le parole scritte nel libro. Voglio solo ringraziare i due autori per per avermi dato la possibilità di vivere qualche giornata in Giappone. Presso il Riken Institute, nelle vie della città, in albergo, nel bar a colazione. Ho vissuto l’ansia di Vincenzo, lo stupore e il disincanto di Luca. Sono stato presente all’incontro con il premio Nobel, con gli scienziati, Carninci e F. Nori e le tante altre persone che hanno accompagnato i nostri nel loro viaggio. Non ho sentito la necessità di immaginare niente! La dettagliata e magnifica descrizione di un viaggio di un’esperienza di ricerca, trasformata in una foto artistica che rappresenta i contrasti e le similitudini di realtà apparentemente così distanti sotto il profilo antropologico. Due culture a confronto! Delle foto artistiche estremamente varie nei soggetti: paesaggi, scene urbane e rurali, ritratti, stili life, soggetti folkloristici, popolari e mistici, così come ritratti delle personalità incontrate. Un gioco di luce e ombre di colori e di bianco e nero, frammenti di vita quotidiana del presente e del passato, di una realtà vissuta ma ancor più “sentita”. Razionalità ed emozioni unite. Grazie per tutto questo.
Beppe Del Vecchio: … un ringraziamento agli autori del libro. Un libro “piccolo” ma compresso. Una vera bomba (direi una vera capata). Ricco di concetti che vanno ben oltre il racconto. Uno strumento. Ha la capacità della chiarezza e la grandezza della semplicità.
Domenico Pennone: Azz Vincenzo che bel libro che hai scritto! Il commento lo devo maturare, non meriti na’ cosa arronzata:-).
Rosalba Panachia: Caro Moretti, ho da poco finito di leggere il suo libro e devo dire che… è ‘na capata! Complimenti a lei e a suo figlio! Poi io mi sono divertita particolarmente a riandare con la mente, grazie ai racconti suoi e di Luca, a quei primi tre mesi del 2008 che ho passato in Giappone, e a tutto “lo yin e lo yang” (molto più yin, naturalmente) che quel paese mostra ai nostri occhi non solo occidentali, non solo italiani, ma anche (e soprattutto) NAPOLETANI! Per la serie “l’importanza del punto di vista”! Concordo sul fatto che è stato un peccato non poterci incontrare a Tokyo, ma da quel che ho letto dei suoi ritmi nipponici e da quello che so essere state anche le mie giornate intense, mi sa che era abbastanza naturale… Comunque è stato bello poterci finalmente conoscere da vicino alla presentazione alla Feltrinelli, e spero ci terremo in contatto. Mata aimashou! Arrivederci!
Bruno Ugolini on Storie di oggi