Tre geni, due domande e una provocazione
I tre geni in questione sono Richard P. Feynman (1918-1988), vincitore del Premio Nobel per la fisica nel 1965; Robert K. Merton, sicuramente tra i grandi della sociologia di ogni tempo; Peter B. Medawar, premio Nobel per la medicina nel 1960.
La prima domanda è: cosa li tiene assieme in questo contesto?
Il fatto che il primo abbia ricordato (prolusione in occasione del conferimento del Premio Nobel, su Science, n° 153, 12 agosto 1966, pp. 699 – 708) che “abbiamo l’abitudine, quando scriviamo gli articoli pubblicati sulle riviste scientifiche, di rendere il lavoro quanto più rifinito possibile, di nascondere tutte le tracce, [… di non dire …] come la prima idea che si era avuta era sbagliata [… cosicché finiamo col perdere di vista …] quello che si è fatto veramente per arrivare a quei risultati”; che il secondo abbia fermato a più riprese la propria attenzione (Teoria e struttura sociale, Il Mulino, pag. 13) sullo “scoglio costituito dalla differenza che esiste tra la versione finita del lavoro scientifico così come si presenta nelle pubblicazioni e il corso dell’indagine realmente seguito dal ricercatore”; che il terzo abbia scelto provocatoriamente, era l’anno di grazia 1963, di intitolare una sua conferenza alla televisione inglese “Il saggio scientifico è un inganno?”.
La seconda domanda è: perché vi raccontiamo tutto questo?
Perché la storia della scienza ci dice che genio, caso e organizzazione sono tre fattori fondamentali per il buon esito della ricerca scientifica. E perché gli articoli, i saggi, le monografie che tralasciano di dare conto di intuizioni, false partenze, errori, conclusioni approssimative, risultati accidentali che caratterizzano il lavoro di ricerca finiscono con l’essere di impedimento al progresso scientifico.
La provocazione viene purtroppo da sé: per quali vie le patrie “università fabbriche di crediti” e “strutture di ricerca a finanziamenti limitati” potranno farsi incubatori di genialità, collaborazione, interazione, qualità, capacità, sviluppo?
Chi c’è, se c’è, batta un colpo.