La Bella Napoli di Concetta Tigano
Ho finito di leggere Bella Napoli già da un po’, volevo pensarci, molte belle cose sono già state dette e le condivido tutte, è un libro diverso da quelli che ho letto finora, questa raccolta di storie mi è piaciuta molto.
Le esperienze di lavoro raccontate con il cuore in mano, in prima persona, con amore, hanno, secondo me, un filo che le unisce, anzi due.
In ogni storia ci sono due costanti: l’intelligenza dei protagonisti ,unita al carattere, e una persona che riconosce potenzialità e che aiuta a volare alto.
A questo proposito, mi chiedo se oggi, con i test di ingresso universitari “selvaggi”, alcuni talenti sarebbero emersi.
Il famoso “diritto allo studio” mi sembra calpestato, i ragazzi hanno tempi tutti strampalati, adesso più che mai, può capitare di capire tardi qual è la propria strada, e di persone , anzi e di maestri, ce ne sono sempre meno, pochi fanno “squadra”, anzi molti si circondano di imbecilli per non sfigurare, con quel poco che hanno.
Un’altra cosa che è piaciuta è la finta locazione delle storie, è vero, sono tutte persone di Napoli e dintorni, ma gente così, per fortuna, è dappertutto, è la parte migliore del nostro paese, mal rappresentata purtroppo.
I protagonisti, che sembrano seduti lì a raccontarti, testimoniano che si può, che è possibile, che bisogna lottare e credere in quello che si fa, in ogni storia c’è passione, impegno, ma quello che mi ha colpito c’è gioia e mai disperazione.
Non c’entra granchè, ma voglio raccontarlo qui lo stesso, sabato ero in macchina con mia madre, avevo messo un CD intitolato Bella Napoli, non è un caso, mia madre canticchia qualche strofa e poi mi dice “Un popolo capace di scrivere e cantare queste canzoni così belle, non se lo merita di essere sfruttato e derubato dalla camorra”.
Ho pensato “ Ci giurerei! A Vincenzo piacerebbe intervistarla!”