Spostare il limite
Il bellissimo post di Luca De Biase sul prossimo futuro di Nòva, bellissimo per tante cose ma prima di tutto per lo spirito, l’approccio, la tensione che lo anima, sì, come diceva Totò “signori si nasce” e il mio amico Luca, modestamente, “lo nacque”, finisce così:
“Che succederà poi? Nella vita ci si adatta, si fa quello che è possibile. Ma il limite del possibile può essere spostato. E, nel nostro tempo, ce n’è molto bisogno”.
L’ultimo racconto di Bella Napoli, quello di Beppe D.V., artigiano, finisce così:
Qualsiasi cosa si faccia, ritorno agli insegnamenti di mio padre e mia madre in questo senso qua, va fatta bene, sempre con la consapevolezza dei propri limiti, sempre con quella determinazione e quella voglia di spingere che sono necessarie per superarlo in avanti, il limite. Sì, perché il limite si sposta con noi, non è fisso. Il segreto in fondo è tutto qui: vivere con questo senso del limite e con questa necessità, questa urgenza, di spostarlo in avanti, anche se “avanti” è anch’esso solo una parola, un modo di dire. Non vorrei sembrare esagerato, ma io in questa storia del limite e del suo spostamento ci vedo il senso della vita di un uomo. La vita di un uomo nel divenire.
Forse non c’entra niente, forse sono io che continuo a cercare connessioni anche dove non ci sono, o forse invece c’entra, forse non è un caso che tutti e due, il giornalista e il restauratore, amano parole come “bottega”, “artigiano”. Sì, io dico che c’entra, ma anche se non c’entra mi è piaciuto raccontarlo.