Il Genio dei Napoletani
di Marcelle Padovani
traduzione di Irene Gonzalez
Napoli continua a sedurre l’immaginario eurpeo. Questa città di 963.000 abitanti, che custodisce gelosamente lo statuto di “capitale della cultura italiana” è oggi devastata dal problema di rifiuti. Tonnellate e tonnellate di sacchetti della spazzatura invadono ciclicamente le sue strade, i ratti sono i re delle vie e la camorra ingrassa con i rifiuti (gestendone trasporto e smaltimento).
Ma Napoli è anche altro: un luogo estremo, che la rende la più grande e affascinante città del Mare Nostrum, il Mediterraneo, l’ultimo bastione dell’Occidente di fronte al Maghreb e all’Oriente. Un luogo estremo che genera senza sosta esperienze estreme. Alcune sono al limite con la disperazione (come nel caso del movimento assolutamente nuovo “Pizza no pizzo”, la pizza senza la percentuale che reclama la mafia locale).
Altre sono particolarmente significative da un punto di vista sociologico. E’ il caso di quelle che riguardano il problema del lavoro.
Si parla molto nel mondo occidentale, e con ragione, di lavoro “precario”, ma a Napoli, il lavoro, precario lo è stato sempre, sempre a inventare, a costruire, a difendere, a organizzare…Lo testimonia un libro appassionante, “Bella Napoli”, firmato Vincenzo Moretti e edito da Ediesse. Il suo sottotitolo dice tutto: “Storie di lavoro, di passione e di rispetto”.
Si tratta di una serie di racconti in prima persona di vite che girano quasi ossessivamente attorno al lavoro, dalla maestra di scuola all’artigiano, all’operaio, al barman, passando per lo scienziato. Sono racconti di persone che non si sono mai arrese, che hanno oltrepassato con fatica e ostinazione l’inefficienza, l’indifferenza e la superficialità della pubblica amministrazione. Degli eroi dei nostri giorni, la cui storia potrebbe sorprendere quelli che non conoscono altro che la Napoli dei mandolini, dei pini, del Vesuvio e della pizza, ma che in realtà testimoniano lo straordinario laboratorio creativo che questa città è e resta – che si tratti di trasmissione dei saperi, che si tratti di ricette di sopravvivenza, che si tratti di scoprire nuove strade verso la modernità.
Napoli è dimora di una città appasionante, sorprendente per la sua ricchezza e la sua creatività, che è candidata a capitale mondiale della cultura nel 2019. Nonostante i ratti e i rifiuti. Grazie alla genialità dei Napoletani.
Qui trovate l’articolo di Marcelle Padovani