In e Out
Vero. Il valore delle cose dipende sempre più dalle informazioni che in esse sono contenute. Il futuro si trasforma da tempo a luogo. Il mouse è la nuova chiave a stella. Reale e virtuale sono i nuovi contesti spazio temporali nei quali vivamo tra destini ineluttabili e speranze di libero arbitrio.
Ma l’intera storia dell’umanità, a partire almeno dalla “scoperta” del linguaggio, non è altro che una storia di evoluzioni ed innovazioni biologiche, culturali, tecnologiche.
Dove sta allora la novità?
Nelle modalità con le quali lo sviluppo e il cambiamento tecnologico sono connessi ai processi culturali, sociali, economici, che caratterizzano l’attuale modernità.
Il fatto che sia possibile conseguire una laurea, o lavorare, a distanza, trasforma, ad esempio, non solo il modo con il quale siamo abituati a studiare o lavorare, e conseguentemente la concezione e il rapporto con i quali storicamente ci siamo ad essi riferiti, ma anche il nostro modo di pensare e vivere lo spazio, le distanze, le relazioni con gli altri, siano essi studenti o lavoratori come noi, referenti in quanto professori o datori di lavoro, istituzioni come l’università o l’impresa.
Insieme al modo di studiare e lavorare cambia insomma il modo di socializzare, di vivere, di pensare.
I vantaggi?
Maggiore flessibilità nella gestione dello spazio e del tempo; possibilità di cambiare città senza necessariamente mettere a rischio il posto di lavoro o gli studi universitari; riduzione dei costi e dei tempi di spostamento; possibilità di dedicare più tempo ed essere più partecipe alla vita familiare; gestione più flessibile dei tempi e dei contenuti delle attività di formazione e aggiornamento; maggiore autonomia e, in svariati casi, motivazione.
E per quanto riguarda invece gli svantaggi?
Minore tutela per la salute; incremento delle spese domestiche; minori tutele sindacali; perdita delle forme tradizionali di relazione, comunicazione e apprendimento.
In modo particolare proprio il fatto di studiare o lavorare da soli, di ritrovarsi confinati ciascuno nel proprio atomo, nella propria isola, rende in qualche modo più impellente la necessità di supplire al deficit di comunità che viene a determinarsi, di individuare più occasioni di scambio e di reciprocità.