Centimetro dopo centimetro
E certo che ci sono andato, e come potevo non andarci con un titolo così, “Se non ora, quando?”, e in momento così, di quelli che come dice Brecht “discorrere di alberi è un reato?”.
Ho incontrato donne, donne, donne, naturalmente. Tantissime. E assieme a loro non solo quelli della serie “siamo tanti siamo sempre qui”, ma anche quelli che non vedevo da una vita, quelli come Ciro, ex delegato oggi in pensione della ex Società Italiana Ossigeno che il nome nuovo me l’ha detto ma in quella bolgia chi se lo ricorda, o come Armando, che ha diretto con me per un po’ di tempo la categoria dei chimici in Campania e adesso vive ad Avellino, o come Michele, che mi ha raccontato che anche se a 35 anni alla fine si è laureato e anche se si sente un pò in colpa ha deciso di raggiungere il fratello in Inghilterra che qui da noi se anche trovasse da lavorare con la laurea da ingegnere meccanico guadagnerebbe di meno del suo salario da operaio.
Il sole, i sorrisi, i saluti, e a un certo punto “Ogni maledetta domenica”, il film diretto da Oliver Stone che mi si accende nella mente. Eccolo lì, Tony D’Amato (Al Pacino) mentre parla alla sua squadra, lo potrei citare a memoria, lo faccio vedere ogni hanno ai ragazzi che seguono il mio corso sul sensemaking. Eccolo lì, mentre insiste sulla necessità di lottare centimetro dopo centimetro per conquistare la meta, sull’importanza di essere uniti, di sentersi ed essere una squadra. Una squadra, un Paese, mi sono detto, e sì, qui bisogna stare sul punto, conquistare centimetro dopo centimetro, non ci si può tirare indietro.
Certo che lo so che non sarà facile, che non c’è solo una questione di leadership e di governo, che c’è anche una questione di cultura, di modi di fare, di valori da recuperare, di alibi e giustificazioni da rifiutare, di regole da rispettare a prescindere, tutti, sempre. Ma in fondo tutto questo accade quando un Paese individua una concreta possibilità alternativa di vedere soddisfatta la propria utilitas, come avrebbe detto Spinoza, nell’ambito di un sistema fondato sul rispetto delle leggi e delle regole politiche, economiche, istituzionali e perciò non ne fa più solo una questione di sensibilità, di solidarietà, di civiltà, ma anche, soprattutto, una questione di razionalità, di convenienza, di interesse.
L’interesse di chi sa che in un mondo tanto interdipendente sarà sempre meno possibile far finta che l’altro non esiste. L’interesse di chi, come l’Ulisse di Shakespeare, sa che “[…] nessuno è padrone di nessuna cosa, per quanta consistenza sia in lui o per mezzo di lui, finché delle sue doti non faccia partecipi gli altri: né può da sé farsene alcuna idea, finché non le veda riflesse nell’applauso che le propaga”. L’interesse di chi non intende fare a meno dello streben, l’agire e tendere alla meta, che consente a Faust di salvarsi. L’interesse di sa che la meta si conquista tutti assieme. Centimetro dopo centimetro. Ogni maledetta domenica.