Ponticelli, cyberviaggio nelle paure dei bimbi
La scuola italiana e i nuovi media: 7157 progetti finanziati nel 1997 e 9020 nel 1998; oltre 11000 nuovi progetti entro la fine di quest’anno e ulteriori 3000 nel corso di quello venturo; una spesa complessiva di 990 miliardi di lire. (Ministero della Pubblica Istruzione)
A tutti coloro che avevano cominciato a sperimentare i loro progetti nella scuola, e ai sempre più numerosi e agguerriti profeti della svolta digitale, l’iniziativa del Ministero ha dunque fornito un contesto assai più favorevole nel quale operare. E i risultati si vedono. Eppure, come sempre accade, ogni problema risolto ne crea di nuovi. E nuove domande prendono il posto di quelle alle quali pensiamo di aver dato risposta.
Quanto di questo cambiamento si ferma in superficie?
E quanto invece è destinato ad incidere in profondità? A dare a bambini e ragazzi di ogni età l’opportunità di apprendere nuovi linguaggi? E dunque nuovi concetti e nuove cose? Di scambiare esperienze? Di orientarsi meglio nel mondo con gli altri?
E’ quello che cercheremo di capire nel corso del nostro viaggio settimanale in cerca di notizie, informazioni, storie, esperienze, nella scuola al tempo di internet. Un viaggio tra chi cerca di utilizzare al meglio i molteplici linguaggi in cui la realtà si può esprimere.
E’ quello che stanno cercando di fare ad esempio a Ponticelli, quartiere della zona Est di Napoli, un gruppo di “capitane coraggiose” del 70° circolo didattico.
Colomba Punzo, che con Anna Potenza e la direttrice Marina Giacummo ne è l’ideatrice, ci racconta, in una scuola che le ferie estive rendono assai più riposante e meno umana, le aspirazioni e gli obiettivi che del progetto “Pensieri e autori per il prossimo millennio”.
“Detto molto semplicemente lavoriamo per fare in modo che lo sviluppo dei nuovi media sia una occasione per combattere discriminazioni e arretratezze; per avvicinare la scuola al mondo che sta fuori da queste mura; per coinvolgere i bambini in un lavoro di riscoperta e valorizzazione della propria identità attraverso il confronto ed il rapporto con realtà diverse”.
Perché tutto questo ha a che fare con Internet?
“Perché il computer, Internet, come per altri versi anche la radio o la televisione, aiutano a trasformare la didattica da un sistema ripetitivo di conoscenze preordinate in programmi e moduli di insegnamento, in un sistema di ricerca educativa più attento ai bisogni e alla cultura di chi apprende”.
Ma quanto ed in che modo i bambini sono per davvero i soggetti, i protagonisti di tutto questo. “In tutte le nostre attività, da “The ball”, a “La mia prima pagina web”, da “Mettiamo in rete le nostre paure” a “Caro Babbo Natale” i bambini disegnano, creano, inventano, ci aiutano a mettere in rete le cose che fanno. Non a caso abbiamo scelto di parlare delle paure, un tema senza frontiere che accomuna i piccoli di ogni luogo e li invita a condividere un vissuto comune. Come abbiamo scritto da qualche parte vogliamo conservare a scuola e nella vita di ogni giorno un piccolo spazio per inventare, dove immaginare risposte diverse a domande sempre uguali”.
Per questa settimana basta così. Se avete voglia di interagire scriveteci. E segnalateci esperienze e storie da raccontare. Vi aspettiamo.