In classe informatica sul pentagramma
Quanti di voi pensano davvero che il mondo sia una “incarnazione della musica”? A quanti piacerebbe che fosse così? E quanti si “accontentano” più modestamente di ritenere che “la musica raggiunge il massimo punteggio nella graduatoria dei linguaggi dell’arte” ?
Non temete. Le domande “difficili” si fermano qui. Non sono un preludio. Non esigono risposte. Rappresentano un affettuoso omaggio al tema di questa settimana: la musica. O meglio: le connessioni tra musica e computer nell’esperienza del Centro Tempo Reale di Firenze, fondato dal Maestro Luciano Berio nel 1987.
Ne abbiamo parlato con il Maestro Jacopo Baboni Schilingi, che, dopo diversi anni di esperienza all’IRCAM di Parigi come compositore in ricerca, è oggi direttore del dipartimento educazione di Tempo Reale.
“Da quest’anno iniziamo un’attività pedagogica che copre diversi aspetti della musica informatica: alfabetizzazione musicale per bambini, corsi di musica informatica per giovani compositori, conferenze, produzione di CD ROM sull’educazione musicale. L’obiettivo è quello di promuovere l’apprendimento della musica in uno spazio attrezzato sia per gli esperimenti con il suono sia per l’assimilazione degli aspetti della musica attraverso l’informatica “.
Come nasce il vostro progetto di alfabetizzazione per bambini? Quando e dove inizieranno i primi corsi?
“La Apple Computer, la cui tecnologia si adatta pienamente alla nostra idea di privilegiare i contenuti piuttosto che la tecnica, si è rivolta a noi per un progetto didattico molto particolare e interessante. E già quest’anno, avvalendoci di strumenti informatici fondati sul concetto di gioco, sull’ascolto operativo, sulla visualizzazione grafica e sull’interazione (una parte importante del programma è dedicato al rapporto tra strumenti tradizionali – percussioni, tastiere e voce in primo luogo – e computer), inizieremo a lavorare con 2 classi di 20 bambini dai 6 agli 8 anni a Firenze e 2 classi con analoghe caratteristiche a Siena. E contiamo di realizzare, ancora in collaborazione con Apple, esperienze simili a Milano ed in altre città”.
Pare dunque che si possa parlare di musica e computer anche senza essere degli esperti informatici, e chiediamo allora al maestro Schilingi se questo privilegio sia riservato solo ai bambini.
“Assolutamente no. Gli stessi corsi per giovani compositori, quelli finalizzati alla nascita di botteghe rinascimentali di artisti, partono dallo stesso presupposto”.
Cosa intende per botteghe rinascimentali di artisti?
“L’idea è quella di tenere assieme didattica e produzione: la commissione di un’eventuale sponsor diventa l’occasione per insegnare il programma di studi, già definito, in funzione di un’immediata applicazione. In questo modo offriamo a giovani musicisti (quest’anno 10 assistiti da 4 docenti) l’occasione di imparare e allo stesso tempo diventare “imprenditori musicali” che realizzano musiche originali e sonorizzazioni per film e pubblicità, organizzano eventi, concerti, ecc.” .
Cosa ne pensate?