Ciao M.
Accade, certo che accade. Ma quando accade a una persona a cui vuoi bene fa male di più, magari non è giusto ma è umano, di più, viene naturale, ancora di più, “questa è storia”, come diceva lui quando voleva mettere la parola fine alla discussione diventata troppo accesa come certe sere di agosto tra lui, socialista libertario, e noi, comunisti italiani sì ma sempre comunisti, ma sì quelli della serie viene prima l’organizzazione, il partito, e poi le persone, cosa che per lui, uomo profondamente libero, era semplicemente inconcepibile. Intendiamoci, mica che avesse ragione sempre lui, ci mancherebbe altro, è che adesso questo proprio non importa, se proprio ci tenete vi posso dire che a un certo punto ho odiato anche il povero Ignazio Silone e persino il suo meraviglioso Fontamara, sì proprio il romanzo sul quale avevo fatto la tesina al diploma di istituto tecnico e che aveva contribuito a farmi avere il 53/60 più immeritato della storia, soltanto perché lui lo usava ogni volta come emblema dell’illiberalità e del totalitarismo comunista. Accade, certo che accade. Ma quando accade ti salgono le lacrime agli occhi e non se ne vanno neanche se le togli via. Sì, accade che ripensi alle passeggiate tra C. e C., a quei 10 chilometri tra andata e ritorno per comprare il giornale e fare un pò di chiacchiere intorno a noi e al mondo. Accade che ripensi a Brescia, a uno dei primi viaggi da fidanzato, al colonnello dei carabinieri che guarda strano ai tuoi 20 anni, ai capelli lunghi e al tuo eskimo innocente mentre M., in quegli anni in prima fila nella lotta al terrorismo, gli spiega con il suo sorriso ironico che sei “nu buono guaglione”. Ripensi a quella volta che ti ha spiegato che un magistrato non è uno che decide se l’imputato è colpevole o innocente, che per quelle cose lì ci vuole il Padreterno, che chi fa il suo mestiere decide “semplicemente” se sulla base delle prove che emergono dalle indagini e dal processo l’imputato può essere considerato colpevole o innocente. Sì, ripensi al suo attaccamento al lavoro, alla sua voglia di farlo bene sempre, al suo distacco da ogni forma di fanatismo, al suo rigore, e ti dispace ancora di più. Accade, certo che accade, accade che una persona a cui vuoi bene e che da pochi giorni è in pensione se ne vada a dormire la sera e non si svegli più. Accade che pensi che non è giusto anche se alla tua età l’hai imparato che in queste faccende qui la giustizia non esiste, accade che pensi che in fondo ci vuole culo a morire così eppure non ti passa, accade che pensi a S. e a M. e ti dici loro stanno molto peggio di te e ti dispiace un sacco ma neanche questo ti basta. Sì, accade che ci vuole tempo perché ti scenda giù e va bene così, tanto poi il dolore passerà, resterà il ricordo, e questa è davvero storia, proprio come avrebbe detto lui. Ciao M.