Processi di Competizione Collaborazione
La capacità di networking è una componente essenziale dei processi di competizione, a livello delle strutture e a livello delle persone.
Due le parole chiave: competizione e collaborazione. Vince chi conquista la priorità, chi raggiunge per primo un determinato risultato, chi dimostra originalità di vedute e abilità di attuazione. Ma i campi di applicazione sono così vasti che non si vince senza condividere dati, informazioni, punti di vista, conoscenza.
Paradigmatico l’esempio della collaborazione di Piero Carninci con il programma Encode lanciato nel 2003 dal National Institutes of Health (Stati Uniti), con l’obiettivo di sviluppare nuove tecnologie[1] per l’analisi del genoma e applicarle a una parte, l’1 per cento del totale, del Dna.
Completata la mappatura del genoma, è apparso evidente che capirne la funzione era pressoché impossibile: era come avere tra le mani un libro con una monotona sequenza di 3 miliardi di G, A, C, T[2] messe in riga senza conoscere né dove comincia né dove finisce ciascuna parola, senza avere idea della punteggiatura, né della grammatica. Individuando le regioni che codificano per proteine è stato possibile comprendere le parole. Oggi si cerca di comprendere come le parole sono correlate tra loro. La prossima sfida è comprendere la loro logica.
Competizione. RIKEN, che dal 2001 sviluppa tecnologie proprie per comprendere dove sono gli mRna[3] e i loro promotori[4].
Collaborazione. Le tecnologie RIKEN complementari a quelle di Encode. L’utilizzo da parte di Encode della tecnologia ideata da Carninci per identificare l’inizio della trascrizione dei geni, individuare i promotori, capire come e quando il genoma agisce.
[1] Protocolli per trasformare Rna in informazione.
[2] Guanina, Adenina, Citosina, Timina.
[3] Gli Rna messaggeri, che producono proteine.
[4] Le sequenze che fanno svolgere al genoma la sua funzione principale: produrre Rna, ogni tipo di Rna, che ha non solo la funzione di trasportare e tradurre informazioni ma anche quella di contribuire a regolare l’espressione del dna, di coordinare il complesso lavoro teso a rendere integrate ed efficienti le migliaia e migliaia di componenti attive della cellula. In pratica il promotore è un interruttore che dice «accendi», «spegni» e, se «acceso», quanto bisogna produrre. I diversi tessuti esprimono Rna differenti e quindi proteine differenti. Ad esempio, il muscolo esprime proteine necessarie alla contrazione muscolare, il cervello esprime proteine importanti per l’attività neuronale. Promotori differenti controllano l’espressione di Rna differenti (e quindi proteine) in tessuti diversi; in questo contesto gli Rna che non codificano retroagiscono con il Dna, modificano l’espressione di mRna dal Dna e quindi modificano il livello di proteine prodotte dall’Rna.