Comunicare e vivere sono la stessa cosa?
In questo nostro mondo nel quale sembra avverarsi la profezia di Baudrillard (l’inflazione dell’informazione produce la deflazione del senso) è realistico l’ideale astratto del “cittadino informato”, cioè del cittadino che deve essere informato su tutto per poter partecipare con razionalità alla vita pubblica?
O, come suggerisce Michael Schudson, è più utile per il cittadino limitarsi ad essere monitorante (monitorial citizen)? A fare scanning dell’ambiente che lo circonda, in modalità a basso consumo cognitivo, ed essere pronto a diventare attivo solo quando il suo intervento sia rilevante?
E ancora.
Come cambiano al tempo della società della comunicazione i luoghi e i protagonisti dello spazio pubblico?
In che senso la capacità di comunicare condiziona sempre più l’effettiva possibilità di partecipare in maniera attiva alla costruzione del discorso pubblico? E concetti come Informazione / Comunicazione, Condivisione / Partecipazione, Apprendimento – Conoscenza appaiono correlati più che iin ogni altra fase della storia dell’umanità?
Di tutto questo ci piacerebbe discutere su queste pagine. Come sempre senza nessuna prestesa di dire parole risolutive.
Buona partecipazione.