Economia dei Costi di Transazione
PFEFFER e SALANCIK – OUCHI – WILLIAMSON
Concetti e parole chiave
Gerarchia e mercato – Logica del Clan
Spiegazione
È il 1937 quando Ronald Coase scrive The Nature of the Firm, l’articolo che nel 1991 gli farà tributare il premio Nobel (per la verità tre anni prima John Commons aveva a propria volta evidenziato come le strategie delle imprese fossero condizionate dalle istituzioni giuridiche), ma solo nel corso degli anni 70 l’ECONOMIA DEI COSTI DI TRANSAZIONE (E.C.T.) nasce e si sviluppa come teoria in grado di interpretare i profondi mutamenti conseguenti alla crisi dell’impresa in quanto funzione della produzione che utilizza al meglio la tecnologia disponibile ed é gestita con l’ausilio di una BUROCRAZIA, alla diffusione dei processi di deverticalizzazione e di decentramento, alla messa in discussione della tecnologia come criterio fondamentale per definire i confini dell’impresa.
È a partire da quegli anni che le grandi imprese, fino ad allora caratterizzate da strutture verticali fortemente integrate, iniziano a trasferire a imprese più piccole quote crescenti di produzione. La trasformazione diventa presto radicale e sarà WILLIAMSON, il maggiore interprete della E.C.T., a definire in maniera inequivocabile i caratteri che connotano la nuova fase, nella quale oggetto di analisi non è più il bene prodotto ma la transazione e conseguentemente l’impresa si trasforma da funzione della produzione a struttura di governo delle variegate forme di contratto (transazioni) che essa può stipulare.
Al tempo dell’E.C.T. l’impresa si trova costantemente di fronte a un bivio: da una parte c’è la strada che la porta a continuare a produrre (Make) al proprio interno; dall’altra quella che la induce a rivolgersi a fornitori esterni dai quali acquistare (Buy) prodotti, servizi, tecnologie, più o meno specifiche.
Molte sono le novità che caratterizzano il nuovo scenario:
1. il mercato non é più un meccanismo autosufficiente;
2. il contesto storico – istituzionale ha un ruolo fondamentale;
3. la dimensione micro (l’atmosfera aziendale, il sapere, l’innovazione, ecc.) e quella macro (il mercato del lavoro, il contesto istituzionali, ecc.) dell’impresa sono parimenti importanti;
4. l’organizzazione non coincide più con la BUROCRAZIA;
5. la tecnologia non é una variabile indipendente;
6. tra economia e sociologia dell’organizzazione si stabiliscono nuovi e profondi rapporti;
7. i comportamenti umani sono determinati non solo dalla razionalità limitata così come é stata definita da SIMON (sebbene gli uomini vogliano comportarsi in modo razionale, nei fatti tale volontà é limitata dai limiti di conoscenza, lungimiranza, abilità tecniche e di tempo a disposizione per agire), ma anche dall’opportunismo, che fa in modo che essi possano perseguire i propri interessi persino con mezzi illeciti come l’inganno e la frode.
Detto che tanto le organizzazioni gerarchiche quanto quelle di mercato sono destinate al fallimento quando non riescono a sostenere i costi (incentivi) necessari a soddisfare le differenziate esigenze (contributi) dei lavoratori, quando non riescono a connettere gli scopi particolari con i fini generali, si può aggiungere che nel nuovo sistema orientato al controllo tanto delle persone e dei soggetti che in essa operano quanto delle transazioni che questi stessi intrattengono con l’esterno (J. Child 1973; R. Cafferata 1984) l’obiettivo centrale per il buon governo dell’impresa diventa quello di ridurre il più possibile i costi di transazione necessari per stipulare e gestire ciascun contratto e di conseguenza assumono una funzione importante le salvaguardie necessarie a evitare che i contratti non siano rispettati o che i loro costi lievitino in conseguenza di valutazioni errate.
Mercato e gerarchia rappresentano in ogni caso i due poli di una retta lungo la quale sono presenti tutte le possibili scelte, per definizione mai definitive e stabili, di un’impresa.
Di norma, quando la tecnologia é generica, le transazioni sono poco frequenti, i costi di salvaguardie sono bassi conviene rivolgersi al mercato e avere un’azienda minima; quando invece la tecnologia é specifica, le transazioni frequenti, i costi di salvaguardia elevati è più conveniente produrre in casa e creare una gerarchia.
Ancora su questo tema è utile ricordare che le organizzazioni gerarchiche riescono molto meglio a determinare condizioni stabili e di relativa certezza nella definizione di un rapporto equilibrato tra incentivi e contributi (hanno più possibilità di influenzare i comportamenti personali e di regolare le prestazioni di lavoro) ma riescono molto peggio a rispondere alle turbolenze ambientali, ad adattarsi in maniera veloce e flessibile ai cambiamenti repentini del contesto (M. Aoki 1991).
Nei fatti è dunque necessario di volta in volta valutare l’influenza delle crisi di mercato (il continuo ricorso a uno stesso fornitore altamente specializzato può incentivare il suo opportunismo mentre la considerazione degli elevati costi che bisogna affrontare per trovare un altro fornitore può consigliare di riportare quelle attività all’interno dell’azienda, anche attraverso il controllo o l’acquisto dell’azienda precedentemente fornitrice) e delle crisi della gerarchia (l’eccessiva verticalizzazione, contrasti sindacali, scarsa innovatività della struttura possono consigliare di rivolgersi al mercato esterno) ed essere capaci di valutare attentamente le possibile soluzioni intermedie tra mercato e gerarchia, come ad esempio joint ventures, franchising, associazione e consorzi temporanei di impresa, ecc.
Castells (19..) parte proprio da quest’ultimo assunto per portare alcune critiche ai principi dell’E.C.T. e per spiegare le ragioni per le quali, a suo avviso, essa non é in grado di spiegare la network enterprise e, più in generale, la Società digitale. Nella Net Economy, questa la sostanza delle sue argomentazioni, la crescente complessità e specializzazione delle tecnologie, assieme alla globalizzazione dei mercati dovrebbe portare ad una crescente verticalizzazione delle imprese. Accade invece il contrario dato che l’aumento dei costi di transazione porta all’estensione della rete di produttori esterni, in modo che i costi vengano ripartiti tra la rete stessa.