Frame 3. I fantastici quattro
I numeri sono presto detti: 4 Università, nate tutte solo dopo la «riforma», 15 Facoltà, 20 corsi di studio, 2.513 studenti, 3 docenti di ruolo, a fronte delle 81 Università, 545 Facoltà, 3.076 corsi di studio, 1.158.455 studenti, 60.728 docenti di ruolo che rappresentano l’uni-verso totale di riferimento nell’anno accademico 2005/2006.
I numeri sono numeri, e negare la limitata incidenza quantitativa del fenomeno «Università telematiche» sul totale dell’universo indagato vorrebbe dire negare l’evidenza. Ciò detto, va aggiunto però, continuando a usare il lessico caro ai maghi dei numeri, che molte e consistenti ragioni sconsigliano di determinare ogni sorta di equivalenza tra questo oggettivo dato di fatto e una supposta scarsa rilevanza del suddetto fenomeno.
Due di queste ragioni meritano in particolare di essere esplicitate:
1. il sempre più vasto e autorevole novero di coloro che, sulla base delle potenzialità connesse allo sviluppo delle Nuove Tecnologie dell’Informazione (NTI) e al loro utilizzo in ambito didattico, ritengono l’on line la vera nuova frontiera dell’apprendimento (il fatto che l’Unione europea almeno dal 2000, anno della definizione dell’e-Learning Action Plan «Designing Tomorrow’s Education», abbia individuato nell’e-learning un asse fondamentale delle politiche culturali, dell’istruzione e dell’informazione al punto da prospettare la possibilità di rimodellare intorno ad esso l’intero sistema educativo al tempo della società dell’informazione può suggerire a questo proposito qualcosa di certamente significativo);
2. la qualità e la quantità di soggetti che si stanno adoperando per promuovere e diffondere l’insegnamento on line a ogni livello. Per fare anche in questo caso qualche esempio, si possono citare le esperienze delle Università di Paesi come il Canada e l’Australia o le attività legate alla costituzione di consorzi sul modello open university alle quali partecipano non solo le Università di Paesi tradizionalmente all’avanguardia come USA e Gran Bretagna ma anche quelle di Paesi come la Cina, l’Argentina, il Vietnam, la Cambogia.