La filosofia del guaio
E’ accaduto ieri sera, mentre chiacchieravo via Skype con la mia giovane amica Antonella Romano, a un certo punto mi sono ricordato di mio fratello Antonio, il ferroviere, che poi è il vero intellettuale della famiglia, che un pò di anni fa parlando di nostro padre se ne usci a un certo punto con un “sì, don Pasquale nonostante la quinta elementare è stato uno dei più grandi filosofi del novecento”, che mi fece prima sorridere, poi ridere e infine riflettere.
Anche Antonella ha sorriso, e allora le ho raccontato della filosofia del guaio, che più o meno può essere riassunta così: “Guagliò, cerca di non fare guai; se nonostante l’impegno e la buona volontà non riesci proprio ad evitarlo prenditene la responsabilità e cerca con tutto te stesso di porvi rimedio; se proprio non riesci a porvi rimedio fai un guaio più grande”.
Naturalmente ho aggiunto subito che la filosofia in questione non era certo farina del sacco di papà, che queste cose qui si tramandano da padre in figlio non so da quanto tempo, e che però papà era un sacerdote particolarmente attento all’ortodossia, nel senso che aveva i suoi argomenti per farti capire che non dovevi fare guai, sì, come te lo faceva capire lui non te lo faceva capire nessuno e per convincerti che essere responsabili delle proprie azioni, e delle conseguenze che esse producono, è indispensabile se vuoi crescere, se “vuo’ diventà n’ommo”, come diceva lui.
Antonella mi ha detto “questo lo capisco prof., – sì, continua a chiamarmi così, forse per abitudine forse per i miei capelli sempre più bianchi – quello che non capisco è la faccenda di fare un guaio più grande”, e allora le ho fatto l’esempio di Bush, dei guai che aveva in casa e della guerra santa in Iraq.
Avete ragione prof., in fondo molto spesso succede così, soprattutto quando a fare guai sono i (pre)potenti.
Proprio così, potenti prepotenti, peccato non abbiano consociuto a papà, che altrimenti avrebbero imparato anche a non fare guai e soprattutto, quando li fanno, as assumersene la responsabilità.
Dite che così il mondo sarebbe più bello? E certo, ve l’ho detto o no che papà è stato uno dei più grandi filosofi del novecento?