L’accordo su Alenia è il massimo possibile
Credo si debba provare, in una vicenda complicata come quella dell’Alenia, ad evitare di incrementare il tasso di confusione già di per sè molto elevato. Credo si debba fare nel modo più banale ed efficace che esiste, ragionando, senza pretesa di dire “la” verità, ma provando ad argomentare il proprio punto di vista sul merito dell’accordo e sul modo in cui si debba andare avanti. Per quanto attiene ai contenuti dell’accordo, va ribadito che nessuno ha mai pensato di cantare vittoria, né di fare ovazioni. Oltre alle convinzioni personali, di merito, lo impedisce il fatto che quando si firma un accordo che prevede comunque tagli all’occupazione , un dirigente sindacale, del Sud in primo luogo, nn ha nessun motivo di fare festa. Non a caso, nel comunicato ultimo della segreteria generale della CGIL Campania si parla di “punto di maggiore equilibrio possibile per le attività produttive dell’area napoletana”. Altra cosa è dare un giudizio complessivamente positivo sui risultati che anche e soprattutto grazie alle lotte dei lavoratori è stato possibile conseguire. Questo giudizio lo riconfermo, così come riconfermo che a un certo punto della lotta sarebbe stato più utile, per i lavoratori innanzitutto, passare a forme di inizativa articolata. Io credo che l’accordo, con le ulteriori modifiche conquistate, tuteli in maniera soddisfacente la dignità dei lavoratori che lasceranno l’attività produttiva, consenta una gestione sindacale decentrata che potrà permettere, se usata fino in fondo, di limitare al massimo i danni dell’attuale fase di crisi, mantenga aperta la possibilità di condurre fino in fondo la battaglia, dagli esiti non certi, sul futuro degli stabilimenti campani.
Certo, non sarà un lavoro facile, ma ora è questo il punto sul quale ragionare. In tali situazioni, che per loro natura sono destinate ad avere una notevole incidenza sul futuro industriale e sindacale dell’intera regione, non è mai troppo tardi per tornare a discutere, ad esempio, del ruolo avuto dall’azienda (o dalle aziende?), in questa vicenda e di uno scontro all’interno del management su quello che dovrà essere il futuro assetto strategico del gruppo. Su questo terreno non possiamo permetterci di fare regali a nessuno. L’accordo rappresenta uno strumento utile e necessario per evitare che faccia festa chi progetta di risolvere i problemi del gruppo chiudendo uno stabilimento. Magari quello di Pomigliano.