L’Iriscane? Uno scacciapaure
E allora leggete qua: “l’iriscane ha per testa il pescespada e sulla coda un fiore di iris. E’ grigio con delle macchie viola. Per naso ha una spada tagliente e sotto la coda un serbatoio pieno di odori puzzolenti. Quando si trova davanti ai nemici parte in volo sprigionando attorno la puzza, facendoli svenire. Svelto svelto sguaina la spada e li infilza come i polli allo spiedo. E la paura si spaventa!”
Il nostro amico iriscane è insomma lo “scacciapaura” che Silvia, Filippo e Andrea hanno inventato per tenere lontano quel persistente tremolio che avvertono su per le gambe quando sono o si sentono soli, quando c’è il buio, quando ogni occasione è buona per sentire strani rumori.
I loro amici Alessandro, Victoria, Antonella e Chiara pare abbiano tratto grande giovamento dalla loro scoperta e se avete anche voi voglia di servirvene, o anche solo di conoscerlo, collegatevi con il bel sito della Scuola Elementare di Solignano, in provincia di Parma.
Perché ritorniamo a parlare di paure?
Perché quello delle paure è, come ci ha detto tempo fa Colomba Punzo, insegnante del 70° Circolo Didattico di Ponticelli, Napoli, “un tema senza frontiere che accomuna i piccoli di ogni luogo e li invita a condividere un vissuto comune”.
Perché tra i diritti dei bambini c’è anche, come ricorda spesso Marco Rossi Doria, insegnante e fresco finalista del premio Viareggio, quello di “conoscere e sentire le parole della paura, del dispiacere, della morte”.
Perché in realtà le paure attivano quel meccanismo mentale prezioso che ci protegge da molti pericoli reali e che ci fa vivere di più e meglio.
Perché i grandi hanno tanto da imparare dalle paure dei bambini. E qualche volta anche tanto da farsi perdonare.
Leggete a questo proposito cosa scrive Pasquale Mancuso, 10 anni, in una delle più belle testimonianze raccolte nel libro “Aspettando l’Alba”, Avagliano Editore: “Noi adesso a Sarno vediamo solo ferite tra le montagne, le case distrutte, alcune ancora col fango all’interno e con il segno della “lava” vicino ai muri, che è arrivata ad un’altezza spaventosa, con gli schizzi fino ai soffitti.
E’ un paesaggio spaventoso. Prima era bellissimo. Parlando con la gente vediamo nei loro occhi e sentiamo dalle loro parole l’amore che hanno per il proprio paese e la nostalgia di com’era prima, prima che la montagna si stancasse della crudeltà dell’uomo e venisse giù con tutta la sua rabbia”.
Torniamo nel bit-mondo (certe volte è meglio!) per segnalarvi il percorso didattico della Scuola Media Statale “Galileo Galilei” di Pesaro che ha per titolo La paura e le paure degli adolescenti. La letteratura come risorsa.