Come una cosa normale
Angelo M., sì, proprio lui, uno dei protagonosti delle storie di Bella Napoli, nel corso della presentazione a Sorrento nell’ambito della rassegna Napolitudine, ha aggiunto un nuovo piccolo grande capitolo alla sua storia, raccontando che all’inizio della sua avventura in inghilterra, nell’azienda leader mondiale delle “vending machines” lui e i suoi colleghi ingegneri napoletani fosseri definiti “mozzarella cheese”, senza razzismo per carità, giusto un pò di presa in giro, quanto basta per evidenziare che loro erano si colleghi, ma in fondo colleghi di serie A2 se non proprio di serie B, e di come invece qualche tempo dopo, grazie allo sviluppo del prodotto reso possibile dal lavoro di Angelo e del suo team, un giorno solo apparentemente uguale agli altri il responsabile del team inglese cancellò quello che aveva scritto alla lavagna e chiese ad Angelo di illustrare il processo che li aveva portati a raggiungere quei risultati senza precedenti.
Questioni di lavoro, di dignità, di rispetto. Questioni di riscatto, come ha detto ieri sera Cinzia mentre parlavamo di Rione Sanità, della presentazione di stasera a Villaggio Coppola, di questo nostro tentativo di raccontare Napoli attraverso le persone normali, persone che non amano definirsi eroi, persone come quelle che partecipano alle iniziaive di CleaNap e scrivono su un pezzo di lenzuolo “noi non siamo angeli, siamo solo gente stanca di questa schifezza”.
Sì, con Cinzia ce lo siamo detti ancora ieri sera, ammesso e non concesso che ce la faremo, ce la faremo grazie alle persone normali, quelle che concretamente e metaforicamente puliscono l’uscio della proprio casa perché sanno che solo così la loro città sarà pulita. Persone come Angelo, come Vittoria, come Salvatore, come Gina. In fondo se Cinzia and me continuiamo ad andare in giro raccontando le loro storie è un po’ perché ci speriamo e un po’ perché mentre speriamo ci piace portare il nostro piccolissimo mattoncino alla costruzione di una Napoli migliore, la Napoli che si riscatta puntando sulla cultura e sul lavoro, ogni giorno, in maniera semplice, come una cosa normale. Ci vediamo domani, che vi racconto stasera come è andata.