‘E sbagliat palazz
Ieri mattina. sabato. Ore 12.00. L’appuntamento è alla Feltrinelli Libri e Musica di Piazza dei Martiri. Io e Luca arriviamo 10 minuti prima. Moretti il giovane deve comprare dei regali. Facciamo un giro. Prende Ti racconto il 10 maggio e Juve – Napoli 1-3, la presa di Torino di Maurizio de Giovanni (Edizioni Cento Autori) più Seventies, una raccolta in 3 cd di grandi successi anni 70. Poi si mette in fila per pagare mentre io esco fuori per vedere se è arrivato. Antonio Gravina c’è. Si rivela subito una persona molto particolare. Ma di questo avremo modo di parlare altre volte. Passano pochi minuti e arivano la moglie Trudy e il figlio Francesco. Entriamo. Riusciamo a sederci al bar mentre prendiamo bibite e caffé. Un’ora di straordinario piacere. E Trudy che ad un certo punto dice “questa storia è cominciata con un parrucchiere che ha sbagliato palazzo e ha bussato per caso alla nostra porta”.
Il déjà vu è inesorabile. Secondigliano. Mio padre. Il suo “guagliò, se pienze ‘e fa ‘e capa toia cu mmé ‘e sbagliat palazz”. La discussione che vorrebbe finisse lì. Il tempo che ridefinisce i poteri e le possibilità.
Enakapata è nà capata anche per questo. Per le facce e le storie che mi sta facendo incontrare. Per il tempo e i ricordi che mi sta facendo ritrovare. Se spero che tutto questo duri per sempre? A volte. Mentre mi organizzo per il prossimo viaggio.