Piccole Storie Crescono | S2-7
INCIPIT
Prima notte, una stanza di dodici metri quadrati, freddo, jet lag.
2. Dora Amendola
Il fuso orario mi ha decisamente stordito, credo che mi ci vorranno un paio di giorni per riprendermi del tutto!…già, ma per riconnettermi con il mondo dovrei dormire, e mi sa che in questo buco di stanza sarà un po’ difficile, soprattutto considerando che il futon ha le dimensioni della cuccia di Cocco Bil, il mio adorato chiwawa. Ma mentre già pregusto una “splendida” notte in bianco, Luca sembra un grillo, non sta fermo un istante…
3. Vincenzo Moretti
Certo, per lui il momento è catartico, tra due giorni mi saluta e si aggrega alla nazionale di pallanuoto per i campionati del mondo qui in Nuova Zelanda. Dite che sono troppo pesante? Che in fondo sono in vacanza? Che da dopodomani anche io sarò in un comodo hotel del centro? Tutto vero. Ma io da solo mi scoccio e se come si spera il Settebello arriverà fino alla finalissima sarà dura. E se mi trovassi una fidanzata? Non solo perché mi chiamo Caputo Pasquale, ma perché ho 65 anni e peso 165 chili. Sì, Luca è il figlio della vecchiaia. E quando la trovo io, una fidanzata ……
4. Lucia Rosas
A questo punto il jetlag impone la sortita finale: alle immagini tv di cui non capisco nulla si sovrappone una maschera bianca … fantomas o kabuki non importa. Alberto Sordi mi presenta Caterina. La pastiera, la panna montata e la bandiera della danimarca. Dissolvenza delle mie membra per terra. Mi arrendo.
5. Daniele Riva
“Caputo san! Caputo san!” chiamano dalla porta, bussano. Strano, i giapponesi sono molto discreti, non fanno mai baccano, non chiedono informazioni, non rompono… Sollevo a fatica il mio corpaccione e apro la porta con un grugnito. Infatti non è la cameriera giapponese ma un elegante marcantonio americano. Peserà come me, ma solo di muscoli. Mi ero dimenticato di avere un appuntamento. E avevo anche staccato il telefono in camera.
“Caputo san! Mister Caputo!, it’s time to go”. E jamme allora, jamme!
6. Vincenzo Moretti
Aisséra, Nanninè, mme ne sagliette, tu saje addó… Tu saje addó… Addó, ’sto core ‘ngrato, cchiù dispiette farme nun pò… Farme nun pò! Addó’ lo ffuoco coce, ma si fuje, te lassa stá… Te lassa stá. E nun te corre appriesso e nun te struje sulo a guardá… Sulo a guardá…
Jammo, jammo,’ncoppa jammo ja’… Jammo, jammo,’ncoppa jammo ja’… Funiculí, funiculá, funiculí, funiculá… ‘Ncoppa jammo ja’, funiculí, funiculá…
Incredibile. Un sogno assurdo, una specie di viaggio nel futuro, che mi suggerisce le parole del ritornello per la mia canzone. Ne devo parlare a Luigi Denza, gli devo chiedere la musica, che al 6 giugno mancano pochi mesi.
7. Deborah Capasso de Angelis
Sono sveglio? Mah! Mi sento come un caterpillar, sono pronto a spaccare il mondo! E quella….chi è?
Faccio colazione lentamente, mangio assoporando ogni boccone. La sedia sembra sofferente ma secondo me tiene!
Ma che fa? Guarda proprio me? Sorseggia il suo the, intinge il biscotto con movimenti sensuali e….si, guarda proprio me.
Il cornetto mi va di traverso, istintivamente tossisco e con fare lesto mi aggiusto il ciuffo. Non c’è male! E poi, perchè mi meraviglio tanto? Tutto sommato so nu bell’omm!!!
8. Pierantonio Orlandi
Due dromedari trottavano indisturbati sul lungomare de “La Goulette” mentre il sole con il suo tramonto pitturava di rosso le bianche case di Sidi Bou Said che si intravedevano lontano sullo sfondo, arrampicate sulla dolce collina. Da una finestra coperta da un graticcio azzurro ecco apparire una figura unica nel suo genere, una visione da .. mille ed una notte. La sua voce suadente mi chiamava ….. Vincenzo … Vincenzo …… vieni … la tua Aisha ti aspetta. Mi sveglio in un bagno di sudore e Luca mi guarda con aria interrogativa.
Scherzi del jet lag.