Questioni di conoscenza
Si chiama Chun Wei Choo. Ed ha scritto un bellissimo libro. Purtroppo non ancora tradotto in italiano. Il titolo è Knowing Organization (Oxford University Press, 2006). In questo modo l’autore definisce l’organizzazione nella quale le persone, singolarmente e in gruppo, usano le informazioni per raggiungere 3 risultati principali: 1. creare identità e contesti condivisi per l’azione e la riflessione; 2. acquisire nuova conoscenza e nuove capacitazioni (secondo Amartya Sen gli insiemi di combinazioni alternative di funzionamenti – stati di essere o di fare cui gli individui attribuiscono valore come ad esempio essere adeguatamente nutriti o non soffrire malattie evitabili – che una persona è in grado di realizzare); 3. prendere decisioni che impegnino risorse e capacità allo scopo di intraprendere azioni efficaci.
Cosa c’entra tutto questo con la serendipity ve lo diciamo subito. Ricordando innanzitutto che il grande Merton aveva insistito non poco, nella definizione della sua teoria, sul fatto che il caso favorisce particolarmente le menti preparate che operano in microambienti che agevolano le interazioni socio cognitive impreviste. Ed evidenziando poi le connessioni forti esistenti tra l’aspetto soggettivo (le menti preparate) e quello intersoggettivo (le interazioni socio cognitive) della faccenda. Questioni di conoscenza, insomma, di sapere e di saper fare. Che, come ci hanno spiegato Michael Authier e Pierre Lévy (Gli alberi di conoscenze: educazione e gestione dinamica delle competenze, Feltrinelli) non sono non solo un bene personale, ma anche un bene sociale che ha la peculiarità di poter essere scambiato senza essere perduto da chi lo dona. Anche per questo occorre investire su una migliore gestione dei saperi, sulla moltiplicazione degli approcci cognitivi, sulla costruzione di legami sociali fondati sugli scambi di conoscenza, sull’ascolto e sulla valorizzazione dei singoli, sulla promozione di una intelligenza collettiva in grado di riscoprire la vitalità dell’invenzione, del pensiero collettivo, della creatività.