Time machine
Il tempo inafferrabile, che è la misura di tutte le cose, che tutto toglie e tutto dà, che non lascia alternative, non è stato e non è sempre lo stesso tempo né dal punto di vista scientifico, né da quello filosofico, né, tanto meno, da quello sociale. E ciò produce effetti e conseguenze sulle nostre vite, in particolar modo in questa fase nella quale i cambiamenti appaiono sempre più veloci e radicali e il modello sociale fondato sulla stabilità – dei valori, della famiglia, del lavoro – vive una profonda crisi.
Nella fase precedente, chi ad esempio entrava in fabbrica come apprendista, si ritrovava nel corso degli anni operaio generico, specializzato, professionalizzato, fino a diventare a fine carriera, se proprio tutto era filato per il verso giusto, caposquadra o capoturno. E una aspettativa di carriera in qualche modo equivalente attendeva l’impiegato comunale o l’addetto alla contabilità in azienda. Per tutti, paga base, contingenza, scatto di anzianità ogni 2 anni, rinnovo del contratto ogni 3 o 4 anni, età e ammontare della pensione facilmente prevedibili non appena conquistato l’agognato posto di lavoro.
E’ stata la storia di mio padre Pasquale, alla Società Meridionale Elettrica prima e poi, in seguito alla nazionalizzazione, all’ENEL; di Raffaele Parola, papà di Tonino, all’Italsider; di Gennaro Traino, papà di Salvatore, alla Mecfond; di Francesco Strazzullo, papà di Rosario, alla FIART.
Le stesse vite da mediano di tanti loro coetanei di Milano, Genova, Taranto, Bologna, Torino. La fierezza di poterci mandare a scuola. La voglia di darci una vita migliore di quella che avevano avuto loro. La convinzione che i loro sacrifici erano ripagati dal maggior rispetto sociale di cui godevano assieme alle proprie famiglie.
Nella fase attuale, per dare l’idea dei tanti cambiamenti che ci aspettano o ai quali ci dobbiamo semplicemente abituare usiamo dire che la vita lavorativa è sempre meno un posto e sempre più un percorso (troppo spesso a ostacoli). E che presto o tardi coloro che potranno raccontare di aver lavorato in una sola fabbrica o in un solo ufficio troveranno posto di diritto nel Guinness dei primati, diventeranno personaggi da fiera delle rarità.